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La Spagna obbliga i ristoranti a servire acqua del rubinetto

L’acqua minerale in bottiglia offre la sicurezza di poter contare su un’acqua di qualità, molte volte derivante da fonti ad alta quota incontaminate. È inoltre possibile scegliere l’acqua in base a specifici parametri di proprio interesse a seconda delle proprie esigenze (basso contenuto di sodio...

La Spagna obbliga i ristoranti a servire acqua del rubinetto, mentre in Italia impera la minerale

Una norma contro sprechi e plastica da smaltire, simile a quella francese. E mentre in Europa moltiPaesi si stanno adeguando, da noi il consumo di acqua in bottiglia resta il più alto del Continente.

“L’acqua come la porto? Naturale o frizzante?”. È la prima domanda che viene posta ai clienti dei ristoranti subito dopo essersi seduti a tavola.
Si dà per scontato che una bottiglia debba essere servita e poi messa in conto, si arriva facilmente a tre euro nelle grandi città.
Non si prende più nemmeno in considerazione di offrire quella di rubinetto. In Spagna invece hanno pensato che si tratta di una mezza follia e all’interno della Legge sui rifiuti e sui suoli contaminati per un’economia circolare, che entrerà in vigore nella sua interezza il primo gennaio del 2023, impongono alle strutture ricettive di dare come alternativa l’acqua a chilometro zero, ovvero di rubinetto.

L’obiettivo generale della legge è di ridurre gli sprechi e i rifiuti nel 2025 del 13% rispetto a quelli generati nel 2010 e del 15% nel 2030.

In Italia la qualità delle acque destinate al consumo è assicurata mediamente per l’80,5% da acque sotterranee, naturalmente protette” spiegano dal ministero della Salute, “su cui si innesta un esteso sistema di controlli da parte dei gestori dei servizi idrici e delle Autorità Sanitarie Locali”.

A settembre anche al Festival dell’Acqua, organizzato a Torino da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, è stato sottolineato quanto le nostre acque siano eccellenti.
Eppure il 52% degli italiani consuma regolarmente quella in bottiglia e il 28% occasionalmente.

Sul podio dei consumatori mondiali di minerale l’Italia è al secondo posto, dopo il Messico e prima in Europa.
Ogni italiano beve 208 litri di acqua in bottiglia in un anno, per una spesa di 240 euro pro-capite che evidentemente danneggia l’ambiente oltre alle tasche. Altre stime meno “catastrofiste”,
come quelle dell’Istat, parlano di 220 litri e circa 150 euro a testa l’anno. Le bottiglie comprate sarebbero fra i 7,2 e gli 8,4 miliardi, che poi diventano rifiuti da trattare annualmente.
Nel complesso quella dell’acqua minerale è un affare da 280miliardi di euro, dei quali 2,8 circa arrivano dall’Italia.

Lo sostiene Legambiente in un rapporto del 2018 nel quale si sottolineava la scarsa sostenibilità di un mercato simile basato su una risorsa che “costa troppo poco, vale tanto e se ne spreca troppa”, specie in anni di crescente siccità.

Fonte : La Reppublica

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